L'ULTIMA NOTTE
Era la notte bianca di Natale
    ed era l’ultima notte degli alpini;
    silenzioso come frullo d’ale
    c’era il fuoco grande nei camini.
    
    Nella pianura grande e sconfinata
    e lungo il fiume - parea come un lamento -
    una nenia triste e desolata
    che piangeva sull’alito del vento.
    
    Cammina cammina
    la casa è lontana
    la morte è vicina
    e c’è una campana
    che suona, che suona:
    Din don, dan...
    Che suona, che suona:
    Din don, dan...
    
    (Recitato)
    Mormorando, stremata, centomila
    voci stanche di un coro che si perde
    fino al cielo, avanzava in lunga fila
    la marcia dei fantasmi in grigioverde.
 Non è il sole che illumina gli stanchi
    gigli di neve sulla terra rossa.
    Gli alpini vanno come angeli bianchi
    e ad ogni passo coprono una fossa.
    
    (Cantato)
    Tutto ora tace. A illuminar la neve
    neppure s’alza l’ombra di una voce
    lo zaino è divenuto un peso greve;
    ora l’arma s’è mutata in croce.
    
    Lungo le piste sporche e insanguinate
    son mille e mille croci degli alpini,
    cantate piano, non li disturbate,
    ora dormono il sonno dei bambini.
    
    Cammina cammina
    la guerra è lontana
    la casa è vicina
    e c’è una campana
    che suona, ma piano:
    Din, don, dan...
    Che suona, ma piano:
    Din, don, dan...
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